Due clown di passaggio?


La notizia è ormai nota: Peer Steinbrueck, candidato cancelliere della Spd, ha commentato i risultati delle ultime elezioni italiane dichiarandosi "inorridito" dalla vittoria di "due clown" (nemmeno troppo velato riferimento non solo al comico Grillo ma anche a quello non ufficiale, Berlusconi, sulla cui identificazione ogni dubbio è stato fugato quando lo si è specificato "guidato dal testosterone").
Inevitabile l'incidente diplomatico, con un feritissimo Napolitano che quasi in lacrime che annullava l'incontro col politico teutonico e chiedeva rispetto per l'Italia.

Steinbruek, pare, è un gaffeur professionista, ma non basta avere una carriera costellata di uscite infelici per cancellarne una che brucia. Quando ho sentito la notizia al telegiornale ero con un'amica che aggiungeva "Diciamo anche tre clown". Qualcuno ha anche protestato che quella del clown è una professione onorevole che richiede preparazione e sacrifici; mentre i compatrioti del candidato cancelliere lo hanno redarguito (più o meno) in base al principio che certe cose si pensano ma non si dicono. Ecco il punto. Lo pensano tutti.

Peraltro è noto che la Germania non ci ama: Berlusconi con le sue battute sul sedere della Merkel,  i suoi cucù e il celebre episodio del kapò, per loro, fanno l'italiano medio quanto il comandante Schettino . E il fatto che lo stesso Berlusconi non abbia per un pelo rivinto le elezioni anche dopo questo siparietto inverecondo dovrebbe ben dirci che ci sono molti italiani che, se non sono come lui, quantomeno lo ritengono adatto a governare e rappresentare il nostro Paese all'estero (quindi anche agli occhi di Steinbrueck).

Il problema è che, per quanto possiamo riconoscere i limiti e le lacune del nostro Paese e di chi lo abita, ugualmente il nostro orgoglio, quand'è offeso, ne risente. L'Italia è un po' la mamma: noi possiamo lagnarcene quanto ne vogliamo ("L'Italia bellissima? E' il secondo Paese più corrotto d'Europa dopo la Grecia! Siamo sull'orlo del fallimento! Siamo bugiardi e scialacquatori, ignoranti, rozzi, caproni attaccati alle partite di pallone! Vuoi mettere la Svizzera?"), ma poi guai a chi ne parla male. Le offese solleticano il nostro orgoglio patrio, generalmente addormentato di un sonno assai pesante. Clown? Siamo il Paese di Michelangelo e  Da Vinci, va bene, brutti parrucconi?

E chi non ha la possibilità di spiegarlo può sempre citare a denti stretti il buon René.

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