Bari: Croce veste Prada, e i libri?

Circa un anno fa in via Sparano, a Bari, sono iniziati dei lavori presso la libreria Laterza.
O meglio, presso la fu libreria Laterza. Perché suddetti lavori servivano a  piazzare in via Sparano un negozio Prada, con ciò dimezzando lo spazio dello storico punto vendita dell'editrice barese, il cui ingresso viene ora relegato a una porticina in via Dante.
Nel corso dei lavori, la libreria ha deciso (forse per pubblicità inversa, tanto La Feltrinelli è poco più in là) di esporre una foto antica, in bianco e nero, di quello stesso angolo e quello stesso negozio, ma in tempi in cui i libri si vendevano e a qualcuno importava financo di venderli in pieno centro, poco oltre Gucci e Vuitton, con una vetrina sconfinata e zeppa di titoli e una bella insegna bianca e rossa.
Altri tempi, appunto. Poco importa, poi, che ora la targa in memoria di Benedetto Croce, vale a dire questa qui:

campeggi ora sopra una vetrina destinata a scarpe, borsette e affini, mentre per comprare un libro bisognerà infilarsi tra una vetrina glamour e la pizzeria con la mozzarella di bufala.
Va detto che Laterza l'ha presa sportivamente. Un più appropriato "Smammiamo" è stato reso con un commosso "Torniamo in via Dante":
Mentre alla stampa s'è spiegato: "La domanda giusta non è perché 'abbandoniamo' via Sparano. Sarebbe, invece, un'altra: come mai la libreria resta ancora aperta? Visto che i dati dell'Istat relativi al commercio dei volumi, sono impietosi". Capito? Ringraziate che la libreria resti aperta tanto per cominciare, ché c'è la crisi, l'Italia non legge, si scrivono più libri di quanti se ne comprino, signora mia, si fa quel che si può. Ma Laterza deve giustificarsi, ci mancherebbe.
 La cosa bizzarra è la maniera in cui di tutto ciò parlano i giornali.
"Un progetto ambizioso", magnifica Repubblica "Il quartier generale della famosa casa di moda italiana sarà tirato su a via Sparano, tra le strade Principe Amedeo e Dante Alighieri". E la libreria, che è lì dal 1963 e s'era rifatta il trucco da appena sette anni? "La storica sede", presegue il quotidiano di Ezio Mauro, "tuttora legata alla figura di Benedetto Croce e completamente riveduta e corretta nel 2006 [...] continuerà a vivere. L’ingresso sarà quello di via Dante Alighieri".
Insomma, Croce e i libri, per dirla in francese, s'attaccano.

Slegata dalla vicenda, ma forse nemmeno tanto, è un fatto di cronaca di un mesetto fa. Ero da Feltrinelli (che esisterà finché non arriva un Armani?) a piangere miseria con un'amica perché non avevo abbastanza soldi per due libri, e dovevo quindi sacrificarne uno. Quando sono uscita ho visto sciamare un manipolo di gente attorno a un cassonetto della spazzatura. Perché? Perché qualcuno ci aveva gettato quintali di libri. Da Machiavelli a Sciascia, da volumi numerati sulla Seconda Guerra Mondiale a sottili monografie su artisti del Rinascimento a Selezioni dal Reader's Digest a romanzi di poco conto.
Lo spettacolo, per intenderci, era il seguente:

Increduli cassieri della Feltrinelli hanno fotografato lo scempio per segnalarlo ai giornali, che hanno poi riportato il severo monito del comune. Pare che i libri gettati appartenessero ad un signore ora defunto.
In uno di quelli che ho portato via c'era una dedica datata 1985. Per un po' ho pensato di provare a rintracciare la signora, come nei film: le sue righe erano commoventi, considerata la miserabile fine che ha fatto il suo regalo.
Ma forse è meglio non fargliela conoscere.

P.S. Se scrivessi una conclusione per questo post sembrerei un incrocio tra Michele Serra e Corrado Augias, solo meno letterato. Confido, quindi, che parli da sè.

P.P.S. No, il cassonetto non era per la carta.


Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

"Genio, io credo che mi mancherai": con Gigi Proietti non va via solo un artista

"Perché a noi la qualità ci ha rotto il cazzo": "I Medici 2" e la morte dell'ambizione

"Who watches tv on tv anymore?": Gossip Girl sbarca su Netflix ed è il vero Black Mirror